La casa sul mare celeste

15.06.2022

di

TJ KLUNE

TRAMA:

Linus Baker è un assistente sociale impiegato al Dipartimento della Magia Minorile. Il compito che esegue con scrupolosa professionalità è assicurarsi che i bambini dotati di poteri magici, cresciuti in appositi istituti in modo da proteggere quelli "normali", siano ben accuditi. La vita di Linus è decisamente tranquilla, per non dire monotona: vive in una casetta solitaria in compagnia di una gatta schiva e dei suoi amati dischi in vinile. Tutto cambia quando, inaspettatamente, viene convocato nell'ufficio della Suprema Dirigenza. È stato scelto per un compito inconsueto e top secret: dovrà recarsi su un'isola remota, Marsyas, e stabilire se l'orfanotrofio diretto da un certo Arthur Parnassus abbia i requisiti per rimanere aperto. Appena mette piede sull'isola, Linus si rende conto che i sei bambini ospitati nella struttura sono molto diversi da tutti quelli di cui ha dovuto occuparsi in passato. Il più enigmatico tra gli abitanti di Marsyas è però Arthur Parnassus, che dietro ai modi affabili nasconde un terribile segreto. Un'incantevole storia d'amore ambientata in una realtà fantastica, meravigliosamente narrata, su cosa significhi accorgersi che, a volte, si può scegliere la vita che si vuole. E, se si è abbastanza fortunati, magari quella vita ci sceglie a sua volta. 

Recensione

* * * *

Un libro che non punta con la trama, ma con i messaggi all'interno della storia.

Linus Baker vive le sue giornate grigie e solitarie, lavorando come assistente sociale per i bambini magici. Un giorno gli verrà assegnato un incarico top secret per valutare l'orfanotrofio di Marsyas. Tutto qua. La storia è questa. Conoscerà i bambini e il direttore Arthur Parnassus convivendo con loro un mese per stabilire un verdetto con il suo giudizio.


In se la storia è semplice e tranquilla. Una storia che si prende il suo tempo per far conoscere piano piano in suoi protagonisti, ma la particolarità che ha questo libro risiede oltra la semplice storia. Troviamo moltissimi insegnamenti, si trattano temi come l'inclusione, l'accettazione, i traumi, la famiglia e l'amore. È grazie a questi per cui il libro è stato tanto chiacchierato

6 bambini, 6 storie differenti, tutte con lo stesso desiderio finale, essere accettati per quelli che sono (semplici bambini) e non temuti e disprezzati per un'idea sbagliata che si ha.

Ognuno ha il suo percorso di crescita e riesce a trattare molti temi. Ho adorato Talia e Chauncey fin da subito, ma anche gli altri bambini sono riusciti a conquistarmi.

Arthur non è un direttore di un orfanotrofio ma un papà, farebbe di tutti per quei piccoli e il modo in cui agisce sempre in loro difesa anche a suo rischio e pericolo è la prova che il legame di sangue non serve.

Lo stile lineare e con un linguaggio semplice permette di essere accessibile a molti. Una semplicità unica in certi argomenti delicati che li ha resi molto meno pesanti di quanto si creda. 

Citazioni chi mi hanno colpito:

Hanno paura di ciò che non capiscono. E la paura si trasforma in odio per ragioni che,  sono sicura, sfuggono anche a loro.

I pregiudizi sporcano i nostri pensieri quando meno ce l'aspettiamo. Ma riconoscendolo possiamo imparare qualcosa, diventare persone migliori.

Molto spesso le cose che temiamo di più sono quelle che dovremmo temere di meno. É irrazionale, ma è ciò che ci rende umani. E una volta che siamo in grado di combattere quelle paure, non c'è nulla che non possiamo fare.

Essere diversi certe volte è persino meglio che essere come tutti gli altri.

Il "dovere" non c'entra niente. Non è a questo che servono i regali. C'entra solo la gioia di sapere che qualcuno ha pensato a te.

Anche se spesso sembra elastico, il tempo non si ferma mai.

La casa non è sempre quella in cui si vive. Sono anche le persone di cui scegliamo di circondarci.

Che senso ha vivere se lo si fa sempre e solo come vogliono gli altri?

Nella vita ci sono momenti in cui bisogna correre dei rischi. Fa paura perché c'è sempre la possibilità di fallire. Questo lo so. Lo so. Perché una volta mi sono presa un rischio con un uomo con cui prima avevo fallito. Ero spaventata. Ero terrorizzata. Pensavo di perdere tutto. Ma non stavo vivendo. La vita prima di quel momento non era vita. Era sopravvivenza. E non rimpiangerò mai di aver corso quel rischio.

Ma era quella la cosa buffa dei desideri: a volte tutto ciò che serve per farli avverare è fare il primo passo.

La vita, si riduce a ciò che ne ricaviamo. É solo questione di scelte, grandi o piccole che siano.

Certe volte non ci si accorge di quello che si ha finché non lo si perde.

Avevo paura di ciò che poteva essere, non di ciò che già era.

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