Il priorato dell'albero delle arance

07.09.2022

di

SAMANTHA SHANNON

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Prendete Il ciclo dell'eredità e aggiungete un po' della trilogia Daevabad ed ecco Il priorato dell'albero delle arance.

Un mondo fantastico, con draghi, re e regine, magia, diverse religioni e un pizzico di internazionalità tra popoli del sud, del nord e orientali.

Un mix perfetto con un worldbuilding che la fa da padrone diventando il punto forte della storia. Personaggi ben caratterizzati tra pregi e difetti molto umanizzati, ma purtroppo non mi sono affezionato particolarmente.

Lo stile può risultare pesante, ma considerando la necessità di spiegazione di un'intero mondo, diverse culture, usi e costumi è ben comprensibile.

Tratta il tema della diversità sotto molto aspetti, da quella religiosa a quella dell'orientamento sessuale, perfino tra draghi e wyrm( i wyrm sono i classici draghi ma cattivi, i draghi sono i buoni ma dall'aspetto di quelli cinesi, senza ali per intenderci ).

Ho apprezzato molto, che una religione risulti l'opposto dell'altra e si a rivi alla separazione per ideologie diverse. E la scoperta finale è stata molto "educativa" per entrambe le fazioni.

Ammetto che ha anche dei difetti come certe scelte strategicamente non utilizzate o domande a cui non si è trovata risposta ma se mi sarei affezionato a qualcuno dei personaggi sopravvissuti  avrei dato una stella in più sicuramente, pura soggettività.

Se amate i draghi, le ambientazioni evocative e tutto quello che si può trovare in un epic fantasy è il libro che fa per voi, basta solo superare il preconcetto della mole di pagine e poi è tutta in discesa

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